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FISCO 2015 : SCONTO FISCALE DEL 50% PER CHI INSTALLA UN CLIMATIZZATORE

 È inevitabile che l’arrivo delle alte temperature estive risvegli – spesso bruscamente – il bisogno di raffrescar casa: ravvivando l’impellenza di una spesa, non per forza eccessiva, che in passato è stata magari più volte rinviata. E che può esser ridotta anche di molto sfruttando le agevolazioni disponibili.

I bonus fiscali, quindi: il cui perimetro è stato ampliato negli ultimi anni, ma consta comunque di regole e iter ben precisi, che è bene aver chiari prima di lanciarsi nell'acquisto di un condizionatore, mobile o fisso che sia. Con una premessa: il vecchio termine “condizionatore” viene di prassi inteso anche come sinonimo di “climatizzatore”, pur se il primo consente solo il controllo della temperatura dell'aria e “condiziona” altri fattori che il secondo permette invece di gestire (come qualità e ricambio dell’aria, umidità). Ecco dunque le strade a servizio del risparmio.

Chi insegue un raffrescamento last-minute e punta a un dispositivo mobile, dispone del solo “bonus arredi”. La detrazione Irpef del 50% vale infatti anche per l’acquisto di grandi elettrodomestici, tra cui – «in assenza di diverse indicazioni nella disposizione legislativa», come precisano le Entrate (circolare 29/E/2013) – rientrano ventilatori elettrici e apparecchi per il condizionamento (quali ad esempio i portatili monoblocco), purché di classe energetica non inferiore alla A+. Lo sconto fiscale comprende anche le spese di trasporto e montaggio, e vale per gli acquisti sostenuti entro il 31 dicembre 2015, su un importo massimo di 10mila euro per singola abitazione: può quindi arrivare fino a 5mila euro, spalmato in dieci rate annue.

È però strettamente collegato al bonus “ristrutturazioni”: per le singole unità abitative, il presupposto sono infatti gli interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, restauro o risanamento conservativo. Interventi agevolati già realizzati (pagati a partire dal 26 giugno 2012) o la cui data di inizio lavori (opportunamente comprovata) sia precedente all’acquisto dell’apparecchio. Oltre che con bonifico “parlante”, si può pagare con carte di credito o di debito; e il limite di 10mila euro agevolabili può raggiungersi indipendentemente dai costi di ristrutturazione (che possono essere inferiori).

Chi invece punta a un impianto fisso può rivolgersi direttamente ai bonus ristrutturazioni (50%) e risparmio energetico (65%), che offrono queste percentuali di sconto per le spese sostenute entro il prossimo 31 dicembre. Mentre a livello governativo si parla di proroga e stabilizzazione, da gennaio 2016 i due incentivi sono infatti destinati a convergere nel solo bonus ristrutturazioni, che torna al 36% (con limite di spesa annua fissato a 48mila euro). Ma quali sono i sistemi agevolati?

È detraibile al 50% (con limite di spesa a 96mila euro per unità abitativa) l’installazione della pompa di calore, anche in assenza di interventi edilizi, in quanto opera finalizzata al risparmio energetico: il climatizzatore deve però essere utilizzabile anche ai fini del riscaldamento per la stagione invernale, a integrazione o sostituzione dell’impianto autonomo o centralizzato già esistente. Le spese agevolate includono l’acquisto (con bonifico “parlante”), l’esecuzione dei lavori e l’Iva: anche se acquisto e installazione vengono fatti separatamente.

«Tutti i climatizzatori sul mercato sono ormai in pompa di calore e adottano l’inverter (vedi schede, ndr) – spiega Alessandro Viganò, product marketing manager di Daikin-Rotex –.«Dal 1° gennaio 2013 non si possono più produrre o importare nell’Ue climatizzatori on/off, che, secondo le nuove etichette energetiche, non soddisfano i requisiti minimi di efficienza stagionale. Per valutare il prodotto, sulle etichette si può trovare la misura della rumorosità delle unità esterna e interna, e il consumo medio di riscaldamento e raffrescamento per fascia climatica».

In alternativa, le pompe di calore possono fruire dell’eco-bonus al 65%, rispettando alcuni requisiti e lo specifico iter (cioè l’invio telematico dei documenti tecnici all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori). L’intervento è possibile solo se si tratta di sostituzione – e non quindi di integrazione – dell’impianto di riscaldamento esistente. Un intervento di riqualificazione energetica, che assicuri un indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale non superiore ai valori definiti dal Dm 11 marzo 2008 (tetto massimo di detrazione pari a 100mila euro). Oppure un intervento per la sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza (limite detrazione di 30mila euro): quando fornisce anche climatizzazione estiva, oltre al richiesto coefficiente di prestazione (Cop), l’apparecchio deve avere un indice di efficienza energetica (Eer) almeno pari ai valori minimi fissati dal Dm 6 agosto 2009. L’asseverazione di un tecnico abilitato che dimostri il rispetto dei requisiti può essere sostituita dalla certificazione del produttore.

Le pompe di calore così intese sono da preferire quando si vuole un sistema unico di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria. A seguito della sostituzione necessaria di una caldaia tradizionale e di un condizionatore on/off – secondo l’analisi dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano - si può ottenere un risparmio medio in bolletta del 18 per cento.
Fonte Sole 24

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